Non Ditelo a Nessuno

Un giovane musicista immagina essere sul palcoscenico e si addormenta. Con la prima canzone, (“Effimero”), si è portati dentro il suo sogno e la trama di “Non ditelo a nessuno”, concept album del 2006 realizzato con Nicola Bortone. Passando per una locanda (“Non ditelo a nessuno”) si finisce per suonare insieme ad un gruppo di cantanti decadenti dentro una bottega (“La bottega di Jubal”, padre dei suonatori di cetra), dove si continua a fare la gavetta in cambio di qualche spicciolo (“Ride bene chi ride ultimo”). Ma quella notte, tra strani e loschi personaggi, la “stupida” locanda, si trasforma in un palazzetto gremito di gente (“Venite avanti”). Il sogno di gloria è diventato realtà portando in scena però nuove e inaspettate avide figure. Addetti ai lavori, discografi e impresari, compaiono in vesti di avvoltoi (“Panta rei”) mentre il protagonista constata con dolore il venir meno della sua libertà. Si entra così nella seconda parte dell’opera in cui l’atmosfera musicale assume toni decisamente più cupi e angoscianti, come quello che si sta per descrivere. Il sogno è diventato un incubo sempre più torbido (“Danza soddisfatta”) esoterico e blasfemo (“Il primo giorno”). Solo nel finale si troverà un po’ di sollievo quando il giovane risvegliandosi contemplerà, nella prima stella del mattino, la bellezza di quella pace di cui aveva in fondo nostalgia (“Iride”).